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Blog Itinerari Latomistici

Camerano e la città sotterranea

Camerano è un piccolo comune Italiano  della provincia di Anconanelle Marche.

Le Grotte di Camerano (anche dette “Città Sotterranea di Camerano”) sono un complesso ipogeo di notevole estensione, che si sviluppa al di sotto del centro storico del paese. Il complesso ipogeo è il frutto di un insediamento antropico, da cui la denominazione di “città” , preferibile a quella di “grotta”. Non si conosce la precisa estensione dell’ipogeo, in quanto non è stato interamente censito. Si estende specularmente sotto l’intero centro storico, ma alcuni ipogei si sviluppano al di fuori del suo territorio, collocati al di fuori dal centro abitato. Questi tunnel sono chiamati popolarmente “buchi”.

Numerose, scavate nell’arenaria, comunicanti percorrono il sottosuolo del centro storico con andamento labirintico. Per lungo tempo si è ritenuto che fossero i resti di antiche cave arenarie o addirittura luoghi per conservare il vino. Ma le numerose esplorazioni, gli studi effettuati e lo svilupparsi di percorsi turistici, hanno reso queste grotte oggi fruibili, svelando la presenza in quasi tutti gli ambienti di ornamenti architettonici, artistici bassorilievi e particolari decorativi che poco si addicono a cave arenarie o a semplici locali di deposito: volte a cupola, a vela, a botte, sale circolari e colonne di particolare gusto architettonico, decorazioni con fregi, motivi ornamentali e simboli religiosi costituiscono una delle costanti dell’intero percorso.
Svelano agli occhi spesso sorpresi del visitatore un inaspettato paesaggio sotterraneo, quasi fiabesco ricco di fascino.

Secondo il tramando delle tradizioni orali, le grotte “sono sempre esistite” sin da tempi molto remoti e vennero utilizzate durante la seconda guerra mondiale come rifugio. In quel frangente bellico, si visse nel sottosuolo transitando nelle gallerie allo stesso modo in cui si percorrevano le vie del paese, anche perché sotto terra si poteva raggiungere con facilità ogni angolo del paese. Gli abitanti riorganizzarono le grotte come vere e proprie abitazioni, inoltre gli stessi templi antichi, scavati nel tufo, vennero temporaneamente riadattati per le celebrazioni eucaristiche. I grandi vani come il “Camerone” vennero adattati ad ospedali. Per un gioco del destino la città sotterranea tornò a rivivere.

A conclusione della guerra le grotte tornarono ad essere abbandonate.

La città marchigiana di Camerano fu abitata fin dal secolo XI-IV a.C. dai Piceni (è stata rinvenuta una necropoli del XI-III secolo a.C.) per poi essere dominata dai Romani e divenire in seguito parte della Pentapoli bizantina nel medioevo. Nel 1177 si hanno notizie certe del Castello di Camerano e già nel 1198 figurava come libero comune. Nonostante il passato storico sia ben documentato, nelle innumerevoli testimonianze, non esistono fonti certe o citazioni che parlino delle grotte.

Il documento più antico risale al 1759 ed è una relazione di alcuni lavori di consolidamento di una grotta già esistente, un restauro che può solo provare la preesistenza dell’ipogeo. Inoltre su un pilastro è riportata la data del 1327 altro fattore che non segna una nascita di questi luoghi.

In epoca preromana il Monte Conero era considerato un faro naturale per la sua verticalità sul mare e veniva utilizzato come punto di riferimento dai navigatori che seguivano la costa adriatica. Le colline attorno al monte furono riadattate dagli antichi abitanti del luogo, i Piceni, che spianandole alla sommità, le modellavano “a piramide”, pianificando l’abitato sull’apice. Nel corso degli anni furono  rimodellate, ampliate e modificate in parallelo all’espansione della città soprastante.

All’interno delle cavità interessante è il percorso Iniziatico dei 7 Templi.

“Il Sole ne è il padre, la Luna ne è la madre, il Vento l’ha portata nel suo ventre, la Terra è la sua nutrice”,  tramanda Ermete Trismegisto, ricordando l’importanza della cavità nella roccia come luogo sacro per le antiche civiltà. Il suo primitivo utilizzo, quello del riparo, è simile alla protezione  materna, la Madre Terra. La grotta come utero amorevole, diviene un’incubatrice naturale che faceva risorgere a nuova vita i corpi seppelliti.

Entrando nel suo utero l’uomo diviene figlio immortale, questo perché da sempre è circondato da questa macchina perfetta che è il pianeta, e si è sempre interrogato sul senso della vita.
E’ questo quello che dobbiamo tenere a mente durante  la visita di questo meraviglioso sito.

Esaminiamo ora, un po’ più da vicino, i 7 templi ed inoltriamoci nel percorso esoterico e simbolico che ancora oggi comunica al visitatore attento il suo antico afflato sacro e iniziatico.

1° Tempio: Il “Camerone” e dedicato al culto del Dio Mithra

Il Camerone è una stanza molto ampia, con copertura a volta a botte. Fu adibita a diversi utilizzi, tra cui quello di ospedale e negli anni ’60, addirittura  di “balera”.

Si trova all’interno del Sassone, sotto il castello e comunica con l’esterno attraverso un’apertura che si affaccia sul mare. La parte maggiormente enigmatica del Camerone, è il fatto che culmini con una parete in cui si apre una nicchia ornata di due colonne ai lati, elementi che ci attestano che quello è uno Spazio Sacro di un antico Tempio dedicato al Dio Mithra, i cui culti misterici avvenivano sempre sottoterra o all’interno di ipogei.

2° Tempio: La Grotta Trionfi

Nella Grotta Trionfi è presente un tempietto con pianta circolare e 10 colonne, capitelli dorici e 9 nicchie all’interno delle quali è rimasto solo un sedile identificato come lo “scranno del Magister” in relazione alla tradizione che indica la sala come luogo di riunione dei membri di antichi Ordini Cavallereschi.

Al centro della cupola sono scolpiti due cerchi concentrici e ai lati dell’entrata due croci.

Viene chiamato come “Grotta dei Frati Guerrieri”, qui i pellegrini trascorrevano la notte in preghiera prima di recarsi all’alba del giorno dopo nella vicina Loreto.

Era l’ultima tappa della via lauretana, la cui “sede”, l’Ospizio dei pellegrini che si trovava a fianco dell’antica Pieve di San Pietro,  gestita dai Cavalieri di Malta.

Bisogna ricordare che a Camerano dimorava la nobile famiglia dei Conti Corraducci, legata negli anni alla locale Massoneria, la quale raccoglieva attorno a sé e soprattutto nella segretezza delle grotte, dal periodo dell’occupazione francese all’unità d’Italia, i Carbonari ed i Fratelli Massoni del circondario.

3° Tempio: La Grotta con il Sole e la Luna e i paralleli tra Mithraismo e Massoneria

Proseguendo nel cammino si giunge al Tempio successivo nel quale sulla sommità della volta appare scolpito nella roccia un Sole che potrebbe anche essere interpretato come una Stella del Mattino ad 8 punte, dalle quali si propagano 8 raggi che si dispiegano lungo le pareti.

All’interno del Sole è inscritto un cerchio, identificabile come la Luna.

Questa sala presenta effetti acustici sorprendenti infatti parlando al centro del pavimento, al di sotto del Simbolo, si ottiene un’amplificazione della voce quasi artificiale, l’oscillazione del suono salirebbe verso il sole per ridiscendere attraverso i raggi trasformato in vibrazioni e investire così le persone che si trovavano all’interno delle nicchie. La sala è in comunicazione con una piccola stanza  paragonabile alla Sala dei Passi Perduti, la porta tra materia e spirito, dove ha inizio il Cammino iniziatico Massonico.

Alcune piccole mensole, alternate alle nicchie, contenevano candele che propagavano la luce attraverso i raggi scolpiti, illuminando meglio il Sole dando così l’impressione di brillare di vivissima Luce propria. Il profondo valore simbolico del sole e dell’ambiente sotterraneo è da attribuire anche in questo caso al culto legato al Dio Mithra, che aveva in esso il principale simbolo legato ai propri misteri.

Mithra è un dio antichissimo di origine indo-iranica la cui devozione è testimoniata già intorno al 1400 a.C.. Da allora la sua presenza rimane costantemente attestata nell’area turco– iranico–indiana. Il culto del dio Mithra, dagli attuali Iran, Afghanistan, Pakistan ed India, si diffuse via via nel Medio Oriente e lungo le principali rotte commerciali che dalla Persia portavano merci e persone fino alle coste del Mar Mediterraneo. Attraverso i pirati catturati e fatti schiavi da Roma, il culto di Mithra raggiunse anche l’Occidente: è attestata la sua presenza a Roma intorno al 50-60 d.C., quando lo stesso imperatore Nerone sarebbe stato iniziato ai Misteri di Mithra dal re del Ponto Tiridate.

Il culto di Mithra si caratterizzò nell’Occidente – in via originale rispetto alle precedenti esperienze cultuali iranico-indiane – assumendo una natura misterico-esoterica che rimandava ai Misteri ellenici di Eleusi e Cibele.
I gradi di iniziazione ai Misteri di Mithra erano sette, corrispondenti ai vari pianeti:

  • Corax (il corvo;Mercurio)
  • CryphiusoNymphus (l’occulto o lo sposo,Venere)
  • Miles (il soldato,Marte)
  • Leo (il leone,Giove)
  • Perses (il Persiano,Luna)
  • Heliodromus (il corriere del Sole)
  • Pater (il Padre,Saturno).

Le cerimonie misteriche terminavano con un’Agape fraterna durante la quale ai fedeli più giovani era richiesto di cucinare e servire a tavola.

I Mitrei ovvero i luoghi sacri al dio Mithra ove si tenevano i suoi Misteri erano solitamente costruzioni ipogee o grotte riadattate alluso. Il soffitto era decorato con stelle e le pareti del tempio con le costellazioni dello Zodiaco a rappresentare l’universo intero. A terra, spesse volte si ritrovavano pavimenti a tessere bianche e nere, qualche volta con rappresentazioni mitologiche, altre volte con immagini stilizzate dei diversi gradi di iniziazione.

Appare evidente dall’architettura e dall’arredo dei Mitrei la grande rassomiglianza con i più recenti Templi massonici.

Per quanto riguarda la struttura, infatti, sia il Tempio che il Mitreo sono composti da una sala capitolare distinta dall’area sacrale; lo spazio interno è composto da uno spazio centrale dove sono collocati candelabri e bracieri ed un altare sacrificale ornato da un pavimento a tessere bianche e nere.

Sulle pareti erano dipinti, come abbiamo detto, i segni zodiacali e sulla volta del Tempio e del Mitreo il cielo stellato.Ad oriente, in posizione sopraelevata, era posta una scala di sette gradini, uno spazio dedicato alla statua del dio Mithra con alle spalle il Sole, la Luna e la Stella fiammeggiante.
Non potendo in questa sede andare oltre nell’analisi dei parallelismi tra Mitraismo e Massoneria, notiamo solo qualche altro elemento degno del nostro interesse:

innanzitutto il cappello che veste il dio Mithra. Ha le stesse fattezze del noto cappello frigio, caratterizzato dalla punta floscia e volta in avanti, tipico dell’area anatolica ed è esattamente il medesimo cappello rosso vestito con tanta frequenza durante la massonica Rivoluzione Francese assurto a simbolo di libertà.

E’ appena il caso, inoltre, di citare le due Feste Massoniche più importanti: la Festa di San Giovanni Battista il 24 giugno (giorno tradizionale del Solstizio d’Estate – giorno dedicato anticamente proprio a Mithra) e quella di San Giovanni Evangelista il 27 dicembre (giorno del Solstizio d’Inverno) che hanno chiaramente rimandi al culto solare e cosmologico e richiamano le Feste del Fuoco zoroastriane che avevano luogo nelle medesime giornate.

Da notare, poi, che l’aspirante al culto di Mithra si presentava per affrontare le prime prove quasi completamente svestito, legato, con un cappuccio in testa ed una corda al collo. All’iniziando, al momento della recita del giuramento sacro, veniva fatto bere l’haoma, una sostanza leggermente inebriante, composta prevalentemente da miele.

Infine, la stessa modalità della stretta di mano e dei toccamenti segreti, propria della Massoneria, si ritrova nel Mitraismo.
I Misteri di Mithra erano culti “Solari”ovvero riservati solamente agli uomini e particolarmente diffusi tra i militari ed i funzionari pubblici dello Stato, esattamente come accadde, almeno inizialmente, alla stessa Massoneria.

Procediamo ora nel restante percorso iniziatico.

4° Tempio Il Tempio Massonico della Grotta Corraducci

All’interno delle Grotte Corraducci è presente una grossa sala circolare con 12 nicchie e colonne e capitelli in stile neoclassico.

Le decorazioni a semiluna e lesene risalgono probabilmente alla fine del 1700, purtroppo negli anni settanta la sala è stata  deturpata dalla realizzazione della colonna centrale e dei relativi architravi,  cancellando alcune significative decorazioni.

Questa sala, ha tutte le caratteristiche di un Tempio Massonico utilizzato come tramanda la tradizione orale dal Fratello Corraducci.

5° Tempio Egizio della Grotta Burchiani

La pianta della successiva Grotta Burchiani  ha una incredibile forma di croce ansata, di “ankh” egizio, antichissimo simbolo che richiama la vita.
Oltre ad avere un profondo rapporto simbolico spirituale con il percorso iniziatico massonico soprattutto legato al filone Egizio, rappresenta anche il Sole che sorge all’orizzonte, con la sezione orizzontale, mentre quella verticale indicherebbe il suo percorso. Ma la cosa maggiormente affascinante, è che proprio nel cerchio, qui, nella sala che sarebbe in piantina la testa dell’ankh, c’è la presenza di acqua, raccolta per via del saliscendi strutturale della stanza, a riprova della valenza magico simbolica del luogo. Inoltre la “testa”, non a caso, è prevalentemente rivolta ad est.

6° Tempio  Le chiese “gemelle” e il pane e il vino 

Nelle Grotte Mancinforte è presente una sala a pianta ottagonale divisa da una colonna centrale in due ambienti assolutamente speculari.

Due altari in alabastro, materiale prezioso proveniente da Montepulciano.

Sulla colonna sono scolpiti due bassorilievi danneggiati, che riportano da un lato l’immagine di un cerchio all’interno del quale è inciso “IHS”, al di sopra la croce e sotto tre chiodi della passione di Cristo; dall’altro vi era un calice, oggi scomparso perché scalpellato e trafugato. Di profondo valore simbolico la dualità dell’ambiente, se da una parte c’era l’ostia, il pane, dall’altra era presente il calice, ossia il vino.

7° Tempio: La chiesa orientata ad est e la chiesa orientata a nord

Un tempo, nell’area più elevata della città, sorgeva la chiesa romanica di Sant’Apollinare, la cappella del Castello, purtroppo rasa al suolo, infatti di quest’ultima non v’è più nulla solo la sua “gemella” sottoterra, orientata perpendicolarmente alla basilica scomparsa a formare, anche se non sovrapposta, una croce.

Si trova nella Grotta Ricotti, è una chiesa sotterranea databile 1000-1100  , è un luogo spettacolare e particolarmente suggestivo, a navata unica con 9 nicchie a destra e altre 9 a sinistra e con scolpita al centro, in prossimità del presbiterio, sulla volta una grossa croce patente templare.

La presenza dei cavalieri dell’Ordine è documentata per via delle commende templari presenti a Osimo, Loreto e in varie aree dell’entroterra. La particolarità di questa splendida chiesa sotterranea, che lascia senza fiato, rara se non unica, è l’orientamento.

Mentre la soprastante Sant’Apollinare era orientata verso est, com’è tipico delle chiese romaniche, questa basilica sotterranea è orientata verso nord, inusuale per un edificio religioso, dato che anche i Templi pagani “guardavano” verso oriente.

 

INFO UTILI 
Per visite guidate alle grotte contattare
Ufficio IAT – Informazioni e Accoglienza Turistica
Via Maratti 37 – 60021 Camerano – Tel./Fax +39 071 7304018 –

info@turismocamerano.it
http://www.turismocamerano.it/ufficio_iat_orari.php

Gran Maestro

Il Ser.·.mo Fr.·. Domenico Vittorio Ripa Montesano.·. è nato in un'antica Famiglia con ininterrotti Tramandi Iniziatici e Massonici, giunti alla quarta generazione. Iniziato all’Arte Reale in giovanissima età, ha ricoperto ruoli apicali nell’Istituzione rivestendo prestigiosi crescenti incarichi, che lo hanno portato oltre un decennio fa a giungere al Grande Magistero. Attivo in numerosi Cenacoli Iniziatici Nazionali ed Internazionali, con l’unanime supporto dei Fratelli, Governa dalla sua Fondazione la Gran Loggia Phoenix degli A.·.L.·.A.·.M.·. Scrittore, Saggista e relatore in numerosi convegni nazionali, è autore di molteplici pubblicazioni e studi esegetici sui Rituali della Massoneria degli A.·.L.·.A.·.M.·. . Cura la Collana "Quaderni di Loggia" per la Casa Editrice Gran Loggia Phoenix® da lui Diretta.

Facta non Verba

"FACTA NON VERBA" è la Divisa* della Gran Loggia Phoenix degli A.·.L.·.A.·.M.·. ed esprime sintetizzandolo un aspetto fondamentale della Nostra Filosofia di Vita, che diviene un abito mentale da riverberare positivamente anche una volta usciti fuori dalle Colonne.


* E’ il Motto tracciato su un cartiglio. Nel Nostro Stemma Araldico in lettere Azzurre su nastro d’Oro, incorniciato e sorretto da due rami di Acacia. Esprime in maniera allegorica pensieri o sentenze, definite anche imprese araldiche. Nella Tradizione dell’aspilogia sono costituite di corpo (figura) e anima (parole).