Biblioteca statale oratoriana del monumento nazionale dei Girolamini – Napoli
I nostri Iitinerari Latomistici, riprendono la pubblicazione dopo la sospensione estiva degli Architettonici Lavori, con Forza e Vigore in questo giorno di plenilunio di Settembre.
Concentreremo la nostra attenzione su un capolavoro della cultura mediterranea, La Biblioteca statale oratoriana, annessa al Monumento nazionale dei Girolamini di Napoli.
La bellezza di questa sontuosa struttura funge da scrigno ove sono celati importantissimi tesori librari antichi di secoli.
La biblioteca dei Girolamini, Ospitata nell’imponente Oratorio della struttura è specializzata nella custodia e conservazione di numerosissimi testi antichi che si occupano di cultura generale e filosofia, con una particolare attenzione ai volumi riguardanti la Teologia cristiana, la Filosofia classica, l’operato della Chiesa cristiana in Europa, e numerose sezioni dedicate ala Storia della Chiesa, alla Musica sacra ed alla Storia generale dell’Europa.
La particolarità che da sempre ha contraddistinto questo importante corpo bibliotecario è che sin dalla sua costituzione ebbe l’attitudine ad ospitare frequentatori che provenissero anche dal di fuori dell’Ordine religioso. Questa prassi non era certo in uso presso gli ordini monastici del tempo che per consuetudine consolidata tendevano a custodire i preziosi volumi ed i relativi saperi per un uso esclusivamente interno. Già dal 1586[1], l’Istituto fu aperto al pubblico rappresentando una peculiarità per il colto e da sempre fervente tessuto culturale partenopeo[2].
La Biblioteca è una delle più ricche del Mezzogiorno e la più antica tra quelle napoletane[3], a lungo frequentata da esponenti del pensiero filosofico ed Ermetico della Capitale del Regno, funse da crogiuolo, ove si incontrarono le menti migliori del tempo. Un contesto così ricco di contenuti e saperi, in un era ove i libri erano realmente un bene prezioso e raro, offrì ausilio ad un novero copioso di studiosi di più branche tanto del pensiero religioso quanto di quello laico.
Fra i suoi noti frequentatori vi fu Giambattista Vico, che probabilmente immerso in quei volumi trovò ispirazione per la formulazione della sua originale sintesi tra una razionalità sperimentatrice e la tradizione platonica e religiosa. Nel 1727 i padri oratoriani, su consiglio dello sesso Vico, acquistarono la Biblioteca di Giuseppe Valletta filoso, letterato e giureconsulto il quale nel 1663, insieme a Francesco D’Andrea, fu fra i fondatori sempre nella Capitale del Regno di Napoli dell’Accademia degli Investiganti, che diede impulso al grande rinnovamento culturale che prese avvio negli ultimi decenni del Seicento meridionale. Valletta fu un grande appassionato e conoscitore di libri, tanto che la sua biblioteca ne arrivò a contenere ben diciottomila, meritandosi l’appellativo di Helluo librorum et Secli Peireskius alter[4], impreziosita da rare edizioni del XVI e XVII, classici della letteratura greca e latina e testi di storia e filosofia, unita ad una ricca collezione di testi giuridici del Seicento e del Settecento napoletano, oggi intero patrimonio della biblioteca dei Girolamini. La importante struttura, che dipende dal Ministero per i beni e le attività culturali, è ubicata in quattro stupende sale settecentesche e due moderne dello straordinario complesso monumentale dei Girolamini. Ha un patrimonio librario di circa 159.700 unità tra volumi ed opuscoli, tra i quali 137 stampati musicali[5], 5.000 edizioni del Cinquecento, 120 incunabili, 10.000 edizioni rare e di pregio, 485 periodici, una quantità non ancora determinata di microfilm e ritratti. Diversi i fondi che hanno arricchito progressivamente il patrimonio dell’istituto tra i quali 5.057 volumi del Fondo Agostino Gervasio, i cui testi trattano di archeologia, numismatica, bibliografia e letteratura classica, il Fondo Filippino, prevalentemente di storia ecclesiastica, sacre scritture e teologia, e il Fondo Valeri 940 volumi sulla storia di Napoli e dell’Italia meridionale.
Proprio al filosofo napoletano Giambattista Vico, che fra i primi donò le prime edizioni di tutte le sue opere al convento, è dedicata una sala del complesso bibliotecario a lui intestata.
Ad oggi questo ambiente è potenzialmente fruibile al pubblico grazie ai lavori di catalogazione digitale e restauro dei libri eseguiti nel 2012. Tuttavia, il giorno prima della sua apertura al pubblico prevista per il 19 aprile dello stesso anno, l’intera biblioteca dei Girolamini (inclusa la sala Vico), furono posti sotto sequestro dal Comando dei Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale di Napoli[6]. Le indagini giudiziarie volsero verso il direttore della struttura De Caro, il quale si autosospese dall’incarico[7]. L’attività investigative portano al ritrovamento, in provincia di Verona, di un deposito contenente 240 volumi trafugati dalla biblioteca[8], dimostrando con prove certe che molti altri preziosi volumi avevano già preso la strada della vendita all’estero, compresi i nomi di alcuni acquirenti, residenti in Inghilterra, Giappone e Stati Uniti, coinvolgendo anche un noto politico italiano. Per questi ultimi, sono state avviate le procedure di recupero del materiale venduto illegalmente[9].
Accedere oggi a questa biblioteca per le vicende enunciate è di per se complesso, ma ancora di più lo diviene poter accedere alla parte che maggiormente ha attirato la nostra curiosità ed attenzione relativa alla parte più celata e difficilmente raggiungibile dedicata ai famigerati volumi “PROSCRIPTI”, che l’inquisizione prima ed il Santo Uffizio a seguire, per gli argomenti trattati avevano posto all’indice, imponendone la distruzione con il fuoco o l’ordine perentorio di secretarli. In questa sezione vi sono opere di liberi pensatori, ermetisti, alchimisti e studiosi di Esoterismo che videro la loro nobile opera di ricerca sovente stroncata dal ferro incandescente della Congregazione, armata già dalla lontana bolla Ad abolendam diversarum haeresum pravitatem.
Indirizzo: Via Duomo 114 – 80138 Napoli
Telefono: +39 081 294444
Fax: +39 081 2110913
Facebook: www.facebook.com/bibliotecadeigirolamini
E-Mail: pm-cam.bmn@beniculturali.it
Note
[1] http://www.bibliotecadeigirolamini.beniculturali.it/?page_id=2
[2] Tomaso Montanari uomini e topi 30 marzo 2012 http://www.patrimoniosos.it/rsol.php?op=getarticle&id=94629
[3]Seconda in Italia dopo quella Malatestiana di Cesena.
[4]Antonio Lombardi, Storia della letteratura italiana nel secolo XVIII, Tomo IV, Tipografia camerale, 1830 pag. 186. (Disponibile online, su books.google.com. http://books.google.com/books?id=kMsWAAAAQAAJ&printsec=titlepage&hl=it)
[5] Musica sacra dell’Oratorio dei Gerolamini
http://www.internetculturale.it/opencms/opencms/it/collezioni/collezione_0060.html
[6][7] Sigilli alla biblioteca dei Girolamini pubblicazione La Repubblica data 19 aprile 2012 https://napoli.repubblica.it/images/2012/04/19/114011528-4218206f-8d3b-4441-88c3-98a7e71cc572.jpg
[8] https://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/cronaca/2012/18-maggio-2012/ritrovati-240-libri-sottratti-biblioteca-girolamini–201242456116.shtml
[9] https://napoli.repubblica.it/cronaca/2012/10/03/news/il_sacco_della_biblioteca_dei_girolamini_nuovo_blitz_arrestato_un_sacerdote-43770700/